QUANTI RUMORI!

E ANCHE NELLA CHIESA PENTECOSTALE!

MA UN PO' DI MUSICA E' RIMASTA?

Neanche un secolo ci separa da quel giorno che vide i primi pionieri sbarcare in Italia provenienti dall’estremo occidente. Spinti dalla potente pressione dello Spirito Santo, hanno attraversato l’atlantico per portare nelle contrade italiche venti infuocati di testimonianza tali da fare rivivere gli antichi tempi apostolici. Sono stati accompagnati da miracoli, Dio confermando con i segni la loro predicazione. In Italia hanno ricevuto tutt'altro che calda accoglienza da quelle chiese già esistenti che potevano e possono vantare al loro attivo una gloriosa storia, ricca di vicende eroiche; impassibili, affrontavano il martirio, tenendo alto il vessillo del loro credo di fronte a chi ne richiedeva il rinnegamento pena la vita stessa. Tutto questo, però, fa parte di un passato lontano.

Ma, se gli eroi contribuiscono a fare la storia, la storia non può fare la salvezza. E, come l’apostolo dei gentili cominciò l’evangelizzazione delle sinagoghe, così questi cari servi di Dio cominciarono dalle varie chiese disseminate nella nostra penisola. L’adesione fu scarsa e di tipo popolare e responsabili ufficiali provocarono loro mortificanti delusioni. Questo, per un momento, avrebbe suscitato qualche ripensamento anche legittimo. Hanno lasciato alle loro spalle il certo per l’incerto, reduci di una personale e collettiva esperienza di gran luce. Adesso vedono buio intorno a loro. Rimanere in Italia? Con quali prospettive? Coloro che avrebbero dovuto accoglierci ed aiutarci nella missione, ci hanno voltato le spalle. In questi intervalli particolari di smarrimento, il principe del male non perderà certo l’occasione a lui propizia. Dove vede buio riconosce subito il suo elemento, e con atteggiamento insinuante inizia l’opera demolitrice. Ma chi vi ha detto di venire in Italia? … Questo territorio non è di vostra appartenenza! E poi, ogni semina è superflua sul suolo in coltivabile, come a vostre spese avete potuto notare. Non siete stati mandati da Dio; riconoscete il vostro fallimento e riprendete la via del ritorno. Gli Stati Uniti d’America, terra di benedizione, vi aspettano.

«…Ma Egli da forza allo stanco e accresce vigore a colui che è spossato. I giovani s’affaticano e si stancano; gli scelti vacillano e cadono; ma quelli che sperano nell’Eterno acquistano nuove forze, s’alzano in volo come aquile, corrono e non si stancano, camminano e non si affaticano.» (Isaia 40: 29-31)

 Ma ci vuole ben altro per arrestare la marcia di certi valorosi soldati di Cristo: la loro forza si rivelava perfetta nella debolezza e non cessano di indebolire il corpo con continui digiuni ed orazioni. Questo era il segreto della loro costanza. Un bel giorno il Signore dell’universo ordinò: dissodatevi un campo nuovo. Com’è scritto: «Coloro ai quali nulla era stato annunziato di Lui lo vedranno; e coloro che non ne avevano udito parlare intenderanno.» (Romani 15:21)

Fu così che questo genere di fuoco fu sparso ovunque lo Spirito guidava: nelle città come nei villaggi, sulle spiagge come in campagna, e, pur subendo l’incarcerazione, evangelizzarono carcerati e secondini. Qualcuno, ricevuto l’incarico dal Signore di predicare in una boscaglia, perplesso, ma ubbidiente, vi andò. Aprì la bocca e … avrebbe evangelizzato gli alberi. Con gli occhi chiusi, forse per non sentirsi ridicolo, cominciò ad annunziare il messaggio della salvezza. Quando aprì gli occhi, sorpreso, ma non sbalordito, (aveva imparato a conoscere le prodezze del suo Signore) davanti a lui vide un popolo lacrimante che pendeva dalle sue labbra.

L’Italia del perbenismo religioso imparò ben presto a considerare seriamente questo fenomeno incalzante di crescita religiosa del popolo. Le cellule dappertutto registravano incrementi significativi. Le forze dell’ordine, sollecitate dagli appartati politici, esaminarono questo organismo affiorante. Ne vennero fuori analisi sconcertanti, dove, con tanto di verbale si spiegava, o meglio si travisava, la devozione degli aderenti alla nuova fede espressa nei servizi di culto, considerava le funzioni “pratiche nocive alla salute” con conseguenze insidiose per il resto della società. Ma, se Dio manda, Egli stesso raccomanda. La fornace ardente può essere alimentata sette volte tanto, non però crollerà la fede di Sadrac, Mesac, Abed-Nego. Questi cari servi, pur non altrettanto celebri come i tre deportati in Babilonia, avevano con loro qualcosa in comune: la fede. E anche se in seguito a questa segnalazione (della Questura) il Parlamento italiano emanò decreto legge disposizioni inique, causando proibizioni, persecuzioni ed incarcerazioni, l’opera di evangelizzazione continuò e la preghiera dei fedeli si trasformò in accorata supplica. Hanno imparato in fretta: “nell’ora della disdetta grida a me…”. Così, quando piacque al Signore, intervennero persone e circostanze ideali perché si potesse procedere all’abrogazione di quel decreto legge.

Finalmente libera e non più limitata nella pubblica diffusione del vangelo, la Chiesa Pentecostale, conobbe uno sviluppo notevole. Adesso chi la potrà più fermare? Eppure, come è accaduto a vari movimenti nel passato, anche nella Chiesa Pentecostale si sono aperte le frontiere della più pericolosa insidia: “il Nicolaismo”!

Questa vecchia ideologia eretica che alcuni scrittori addebitano al diacono di Gerusalemme, Nicola, scelto dagli apostoli, aveva la pretesa di poter completare il bagaglio delle benedizioni destinate alla Chiesa cristiana aggiungendo all’utile il dilettevole. Suggeriva di abbassare un po’ la guardia dei rigori morali, in quanto avendo Dio creato non soltanto lo spirito dell’uomo ma anche il suo corpo era conveniente convivere senza troppi pregiudizi con queste due realtà, senza privilegio dell’una a scapito dell’altra. Appare in modo evidente quanto si disconosceva che “la carne ha desideri contrari a quelli dello Spirito”. “Poiché  ciò a cui ha l’animo la carne è morte e inimicizia con Dio”. Il diavolo non si è mai presentato con una dottrina vistosamente opposta a quella sana. Egli sa come introdurre, col favore delle tenebre, ingredienti che facciano apparire il cibo più gustoso al palato e, ahimè, trova sempre dei compiacenti “buongustai” disposti a sostenere che il vitto è buono. Ma il minestrone buono è soltanto quello che sanno fare le brave casalinghe, non quello del rimpasto dottrinale. Quest’ultimo, se dovessimo definirlo, lo diremmo un capolavoro di Satana. Esso è come un tarlo che rode lentamente l’albero fino a guastarlo e infestarlo tutto. Se l’occhio attento fa notare il danno, non c’è da sorprendersi se sia definito “visionario”. L’albero è ancora lì, in piedi, sembra rigoglioso. Dio mio, salva la tua Chiesa!

«poiché tu dici: … Io sono ricco e mi sono arricchito e non ho bisogno di nulla, e non sai che sei infelice fra tutti, e miserabile e povero e cieco e nudo.» (Apocalisse 3:17).

Pentecostali che non si perdono facilmente d’animo, e si avvalgono di una pur gloriosa esperienza di Spirito Santo, (comunque episodica) si improvvisano: apostoli, profeti, evangelisti, dottori e pastori. E non sono certo pochi coloro che sostengono di non dover dare conto a nessun ministro, con la conseguenza che, in nome di quello “Spirito” dato alla Chiesa per renderla seria, forte e unificata, se ne fa arbitrario uso per demolire separare e apparire ridicoli. Ma, guai a chi reca danni al corpo di Cristo! Tuttavia è pur vero che la Chiesa Pentecostale nata e cresciuta nel sacro rumore dello Spirito Santo, appena si trova di fronte ad una pausa, (quella utile a riflettere, presente nelle poesie, nei salmi e nei canti) quando il discernimento è scarso ricorre ad espedienti riempitivi, prima che le fila si possano indebolire e rompere, con l’illusione di fare bene. Ma se non si registrerà flessione nella quantità, ci sarà nella qualità. Non rispettando certi “spazi”, si porterà la Chiesa sull’orlo dell’incapacità di avere comunione con Dio in stato di silenzio e non riuscirà a concentrarsi più. Per favore non tocchiamo le pause di Dio! E’ penoso perdere il prezioso significato nascosto dentro “un’attesa” composta ed un riverente “silenzio”. Beata e santa la Chiesa, la invisibile, che soffre e si consuma spesso in silenzio nel constatare tanta decadenza...

In una società moderna come la nostra, i rumori violentano l’udito e la pubblica quiete dappertutto; in città ci pensano i clacson degli automezzi, le motorette con le marmitte manomesse, le autovetture che ti affiancano con le autoradio a tutto volume; nei villaggi gli strilloni di vario genere; nelle campagne i trattori e le motozappe e …per non dilungarci oltre, siamo coscienti che i decibel di troppo hanno indebolito l’udito di tutti.

Sarà forse questa la ragione che ha procurato volumi alti anche in chiesa? Un appello pressante a giovani e non: Qual è la musica che preferisce oggi la Chiesa? Qual è la selezione degli strumenti musicali idonei a trasmettere tale musica? E quale il suo volume?

Un attento analista, inviato speciale del TG della seconda rete nazionale già, diversi anni fa rifletteva pubblicamente sulle ragioni che avrebbero determinato la crescita sorprendente dei pentecostali ed in particolar modo della notevole adesione dei giovani. Concludeva che a parer suo la chiave si trovava nella organizzata espressione musicale che consiste in efficaci imitazioni di bande “rock”. Questa – disse – sarebbe la mossa vincente che attira specialmente i giovani! Sarà vero? E se è vero, che vergogna! Ma si spera proprio di no!

Tuttavia non si può negare che c’è di fatto una certa tendenza.

S’odono alcune composizioni musicali con canzonette ritmate che, se ci orientiamo a non definirle blasfeme, possiamo però affermare che non glorificano il Signore Gesù, e sarebbe onorevole per la Chiesa cestinarle. Vi sono poi altre espressioni musicali e canore che pur contenendo frasi che in apparenza mirano a glorificare il nome del Signore, in verità portano soltanto a dimostrare l’abilità e la bella voce di chi canta, dato che sono piene di gorgheggi e anche queste vanno spesso interpretate con vanitosi sospiri vibrati e ansimati. La cultura degli effetti elettronici poi pensa a fare il resto. E, ancora peggio, certi altri inni sacri (nati da nobili principi) che, se interpretati nella giusta maniera fermano i sensi del corpo e riconducono il cuore  Dio in estatica adorazione, sono puntualmente trasformati ed eseguiti a rompi timpani, fino a sembrare dei ballabili da discoteca moderna. E se si osserva attentamente, non c’è da sorprendersi se si vede già in chiesa, tra i partecipanti seduti, chi muove rumorosamente col ritmo, mani, piedi e spalle; e tra quelli in piedi, magari, c’è chi ancheggia.

Esperti in campo musicale sostengono: C’è musica e musica. I fratelli, sono d’accordo? Ricordo bene con grande simpatia che, tempo fa, quando ovunque si udiva innalzare un canto al Signore anche se in lingua non conosciuta dai presenti, suscitava tanta comunione di spirito. Le parole (che qualcuno pensa siano l’unico mezzo di comunione) non si capivano, eppure…

Possiamo affermare senza contraddizione: c’è musica per fumetti, c’è musica per gialli, c’è musica per racconti d’orrore, ce n’è per momenti di tristezza e per momenti di gioia, ce n’è leggera e ce  n’è classica, ce n’è per bambini, per giovani e per la terza età, c’è n'è jazz, c’è n’è rock, ecc… Come non capire, per amor del Cielo, che c’è anche musica sacra?

Tanti hanno cominciato col nobile fine evangelistico, utilizzando la loro magnifica voce (dono di Dio) per far pervenire dolcemente all’orecchio di tutti il grazioso messaggio della salvezza, poi – c’è sempre un poi – intravista la leccornia commerciale, con la scusa che più soldi si hanno più cose si possono fare (non mi riferisco certamente a coloro che hanno consacrato la loro vita a Dio e vivono per fede) si sono buttati a testa bassa nel commercio del sacro, adattando pezzi orecchiabili alle esigenze dell’orecchio moderno. Stando bene attenti nella selezione degli stessi di realizzare ciò che la grande piazza degli acquirenti è disposta ad apprezzare.

E’ così che si perde di vista l’ispirazione di Dio, cercando di esaudire i desideri del già troppo modificato orecchio moderno. Ma, la Chiesa, la Sulamita, tenera di cuore e delicata nell’udito, vuole sentire cori di angeli ed arpeggiar di cherubini.

“Un vento forte, impetuoso, schiantava i monti”…

“E dopo il vento un terremoto”… (I Re 19:11,13)

“Ma l’Eterno non era in questi tre rumorosi elementi”.

La Sulamita – come Elia, mette da parte l’emozione sensuale e sensibilizza il proprio spirito per udire il segno inconfondibile che annunzia la presenza dell’Eterno.

“Un suono dolce e sommesso!”

Adesso – non  prima – è l’ora di coprirsi col mantello.

- A – do – ria – mo –

Giudeo col giudeo, greco col greco, debole col debole, è pienamente condiviso e suggerito, ma attenti all’uniformarsi troppo, ogni cosa ha il suo limite. Prima si imputava ai cosiddetti pagani miscredenti la profanazione del sacro, adesso, in pieno evento apostolico sono proprio i religiosi, i veri dissacratori dell’opera di Dio.

Un appello a ministri (le sette stelle che stanno nella mano del Signore Gesù): Fate sentire la vostra voce!

Ai fratelli di ogni ruolo:

Difendiamo il patrimonio di nostra appartenenza con la più potente arma a nostra disposizione, la preghiera nella cameretta segreta e la serietà e la compostezza in discreto silenzio:

- sofferenza di udienza –

Riflessione per chi legge:

In quel giorno mi diranno, Signore, Signore, noi abbiamo fatto… Ma Io risponderò loro…

E’ altresì detto: “Chi ha orecchi da udire oda”.

 

                                                                                                                                           Nicola Arena

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